Grand Prix: un’istituzione per tutti gli appassionati di motori. E Andrea De Adamich – scomparso nella notte tra martedì 4 e mercoledì 5 novembre a Varano de’ Melegari (Parma) – ne capiva tantissimo, di Gran Premi. Quasi tutti ne hanno celebrato la carriera televisiva, che lo portò a commentare anche il Mondiale di Formula 1, ma la sua vita al servizio delle corse era cominciata molto, molto prima.
L’ultimo giro di Andrea De Adamich
Classe 1941, triestino di nascita, Andrea De Adamich debutta nel motorismo a poco più di vent’anni, disputando alcune corse in salita a bordo di una Triumph. La scintilla, però, scocca in pista: dopo aver vinto un campionato italiano di Formula 3 su Lola nel 1965, il giovane pilota friulano entra nel giro delle vetture da turismo. Sotto le insegne dell’Alfa Romeo, De Adamich vince per due anni consecutivi il campionato europeo.
Il lasciapassare per il grande salto in Formula 1. È il 1968: Enzo Ferrari cerca il sostituto di Lorenzo Bandini, morto tragicamente a Montecarlo. De Adamich vince il ballottaggio con Ignazio Giunti e debutta nel GP del Sudafrica, sul circuito di Kyalami. Esce di pista per una macchia d’olio, ma continuerà a frequentare assiduamente la massima serie dell’automobilismo, senza perdere di vista le ruote scoperte. 30 presenze (e 6 punti iridati) tra McLaren, March, Surtees e Brabham dal 1970 al 1973, quando la sua carriera si conclude bruscamente a Silverstone: doppia frattura alle gambe dopo una collisione con la McLaren del futuro ferrarista Jody Scheckter.
La seconda vita in tv
Dai box agli studi televisivi, il passo è stato relativamente breve. Fine anni Settanta: il circuito Antenna Nord lancia un settimanale dedicato al mondo delle corse, Grand Prix. Il programma prosegue la sua corsa anche quando l’emittente inizierà a trasmettere su tutto il territorio nazionale con il marchio di Italia 1. Dal 1982 al 2009, De Adamich è stato il punto di riferimento per tutti gli appassionati di motori. Due e quattro ruote, rally e raid, prove su strada di vetture e motociclette: una domenica dopo l’altra, De Adamich è diventato il volto della velocità in tv.
La sua proverbiale competenza tornò comoda quando il gruppo Fininvest si aggiudicò l’esclusiva parziale del Mondiale di F1 a partire dal 1990. In coppia con Guido Schittone, De Adamich commentò le ultime battute della rivalità Senna-Prost e seguì l’alba della carriera di Michael Schumacher. Anni grami per il Cavallino Rampante – che avrebbe ricominciato a vincere alla fine del decennio – ma indimenticabili per tutti gli appassionati del Circus.
Quello stesso Circus in cui il rischio era la consuetudine, soprattutto ai suoi tempi. Anche per questo, De Adamich inaugurò una scuola di Guida sicura sul circuito di Varano de’ Melegari, in provincia di Parma, intitolato alla memoria di Riccardo Paletti, il pilota milanese morto al via del GP del Canada 1982. Una storia iniziata quando De Adamich era all’apice della popolarità e che è proseguita fino all’ultimo giro della sua vita.
Alla moglie Sofia e ai figli Anna, Cora e Gordon (quest’ultimo telecronista di Eurosport) le condoglianze della direzione e della redazione di ItaliaSport24.



















