È ufficiale da poche ore la rinuncia di Jannik Sinner alla convocazione per le finals di Coppa Davis a Bologna. Il campione altoatesino, attuale numero 2 al mondo, ha optato per questa decisione per prepararsi al meglio in vista delle Finals ATP di Torino e dell’Australian Open, ma la sua scelta non ha trovato unanimi entusiasmi. Ad alimentare la polemica è anche l’annuncio della partecipazione del numero 1 al mondo Carlos Alcaraz, oltre alla recente partecipazione dello stesso asso di Sesto Pusteria al Six Kings Slam in Arabia Saudita.
Sinner e la Coppa Davis: polemiche nonostante due successi di fila
Jannik Sinner rinuncia alla convocazione alle Finals di Bologna di Coppa Davis e monta subito, immancabilmente, la polemica.
Il campione altoatesino, già protagonista nel torneo dopo aver contribuito alla vittoria per due volte consecutive dell’ambito trofeo per Nazioni del tennis, ha sentito la necessità di fermarsi per quel periodo per prepararsi al meglio in vista di impegni più probanti. Le ATP Finals di Torino e l’Australian Open incombono e i tornei ATP 500 di Vienna e il Master 1000 di Parigi-Bercy serviranno per saggiare il suo stato di forma in vista dei due tornei.
Certo, le finals di Coppa Davis si svolgeranno a partire dal 18 novembre, due giorni dopo la conclusione delle ATP Finals, una concatenazione di eventi che lo ha portato a riflettere sulla sua tenuta fisica. A detta di Sinner, sulla sua decisione ha influito anche il fatto di aver già vinto la Davis per due volte di fila negli ultimi due anni. Insomma, i motivi per potersi concentrare su altro c’erano tutti, con l’obiettivo di riprendersi la vetta del ranking ATP il più presto possibile.
La decisione, però, sebbene accettata dal capitano Filippo Volandri e dai convocati (Lorenzo Musetti, Matteo Berrettini, Flavio Cobolli, Simone Bolelli, Andrea Vavassori), ha trovato delle accese opposizioni. Oltre alle solite baruffe da social sulle origini teutoniche di Sinner, non fa più notizia la contestazione mossa da Nicola Pietrangeli, uno dei più acerrimi critici del campione altoatesino: «È un grande schiaffo al mondo sportivo italiano. Non capisco quando parla di scelta difficile, deve giocare a tennis mica fare una guerra. Quando mi toccano la Coppa Davis smanio perché lo scopo di uno sportivo è mettere la maglia azzurra. Ma purtroppo parlo di un’altra epoca».
A gettare acqua sul fuoco c’ha pensato, però, un altro ex tennista, Paolo Bertolucci: «Penso che Sinner, essendo un libero professionista, debba programmare la sua attività e il suo percorso nel circuito come meglio crede. Ci ha fatto vincere due volte la Davis. Il tennis non è come il calcio, non deve rendere conto a federazione o squadre. La Coppa Davis non è la manifestazione più importante, lo sono gli Slam e le Finals. La sua non è mancanza di senso di appartenenza visto che ce l’ha fatta vincere due volte».
Tra le due prese di posizioni nette, però, c’è anche quella intermedia di Adriano Panatta, il quale ha criticato la scelta dell’altoatesino di rinunciare alle Finals di Bologna, ma ha compreso la scelta: «Io alla Davis non avrei mai rinunciato, e se qualcuno della squadra lo avesse fatto, sarebbero stati i compagni e il capitano, prima ancora della Federazione, a chiedere spiegazioni. Oggi non è più così. Fossi stato in Sinner qualche sforzo in più lo avrei fatto, ma posso dargli torto quando viene a dirci che l’unica priorità è cominciare bene il 2026 e che una settimana di riposo o di lavoro, alla fine, fa la differenza?».
Si tirano le somme: questo polverone era davvero necessario?
Tanto rumore per nulla? Quasi.
L’Italia è chiamata a difendere i due successi di fila ottenuti nella competizione e dovrà farlo senza il suo uomo più rappresentativo, tra i protagonisti delle recenti vittorie. La decisione di Sinner di rinunciare alla convocazione non può e non poteva trovare tutti concordi, ma è ovvio come la Coppa Davis abbia perso importanza e non sia considerata una priorità dalle nuove leve del tennis.
Nel tennis odierno, gli Slam e le ATP Finals sono diventati i must per i tennisti di oggi, con 250, 500, 1000 e Coppa Davis a fare da contorno. Questo cambio di prospettiva porta, ovviamente, i migliori a rinunciare spesso e volentieri alla Coppa Davis. Gli stessi Carlos Alcaraz, Roger Federer, Rafa Nadal e Novak Djokovic hanno rifiutato più volte la convocazione per concentrarsi su altri tornei e obiettivi.
Con quattro competizioni spalmate in un mese circa (Vienna, Parigi-Bercy, Torino e la Davis a Bologna), il team di Sinner avrà convenuto con il diretto interessato di sacrificare qualcosa per concentrarsi meglio sugli Australian Open del 12 gennaio, anche tenendo presente gli effetti del lungo stop forzato di inizio stagione a causa del caso Clostebol. Arrivare a minare il senso di appartenenza del ragazzo dopo essere diventato protagonista assoluto nelle ultime due Davis vinte dagli azzurri e che ha accumulato 19 gettoni di presenza nella competizione pare esagerato, oltre che folle. Certo è che la decisione presa all’indomani dell’esibizione del Six Kings Slam di Riyad non è stata una mossa molto felice per Sinner dal punto di vista del tempismo.
Inoltre, l’intero caso rischia anche di sminuire il possibile apporto che potrebbero dare al team i convocati. Lorenzo Musetti e Flavio Cobolli sono interpreti di tutto rispetto, in attesa di rivedere il miglior Matteo Berrettini, quello che raggiunse la top-8 del circuito prima che lo facesse lo stesso Sinner. E nel doppio, Simone Bolelli e Andrea Vavassori sono degli specialisti, ragion per cui l’Italia arriverà competitiva alle finals di Bologna. Senza il suo uomo migliore, ma comunque con tennisti validi che potrebbero aiutare l’Italia ad ottenere il terzo sigillo consecutivo.



















